22 Novembre 2024

Colli di Luni – Etichetta nera

Ho cercato questo bianco in lungo e largo nelle enoteche vicine, prima di rifugiarmi in internet, e dopo averne sentito parlare a lungo, anche perché qui si parla di quello che è stato il miglior vino bianco d’italia 2020 secondo la guida Gambero rosso.

Il Colli di Luni – etichetta nera, della cantina Lunae Bosoni, assoluta eccellenza ligure,è una delle migliori e sicuramente più famose espressioni del vermentino ligure. In tutta la sua complessità e finezza si presenta come trasfigurazione nel calice di un territorio più unico che raro, la Lunigiana, ultimo lembo della Liguria di levante, al confine con la Toscana. L’anima pulsante di questa realtà è Paolo Bosoni che con il fratello Lucio ha concentrato una pluri-generazionale cultura agricola nella viticoltura, trasformando in azienda una complicità familiare fatta di passione e armonia.

Tra i filari, posti tra pianura e colline e suddivisi in piccoli appezzamenti di 2-3 ettari, si incontrano varietà interessanti e introvabili, quali la Pollera Nera, la Massaretta, il Vermentino Nero e l’Albarola, affiancate dal protagonista indiscusso della zona, il Vermentino. 

Tutta la lavorazione di questo vermentino è incentrata sulla precisa volontà di dimostrare che in questo territorio è possibile produrre vini di assoluta qualità e complessità, senza snaturarne le caratteristiche, ma piuttosto esaltandone la tipicità così da legare indissolubilmente il vino alla terra d’origine.

L’uva, proveniente dalle migliori vigne dell’azienda, viene rigorosamente raccolta a mano in Settembre e portata in cantina per la successiva macerazione sulle bucce, che avrà una durata di 48 ore. Fermentazione e vinificazione avvengono unicamente in vasche d’acciaio a temperatura controllata. Anche l’affinamento viene svolto in acciaio, proprio per esaltare l’aromaticità e le caratteristiche organolettiche del vitigno, senza artifizi e forzature di sorta. Un capolavoro di tecnica e tenacia da parte dell’intera famiglia Bosoni.

Alla vista è ipnotico e affascinante, con una luminosità incredibile e un giallo paglierino cristallino di bella consistenza.

All’olfatto è intenso e complesso, con l’aromaticità del vermentino che si rivela fortemente impattante e regala presto note agrumate che volgono verso un frutto tropicale, più maturo e dolce, e un cenno di mela golden. Interessante la componente vegetale, degnamente rappresentata da cenni di fieno, camomilla, erbette di campo e una delicatissimo flavour floreale. Sullo sfondo l’ultimo regalo di questo splendido bouquet è un sentore di pietra focaia e una mineralità che ci porta direttamente sulla riviera.

Il sorso è secco, caldo di straordinaria morbidezza e buona freschezza, con una solleticante e importante sapidità. Il corpo è notevole, ma colpisce soprattutto la persistenza da record e l’equilibrio che rende la beva di straordinaria e goduriosa scorrevolezza. Voglio senza ombra dubbio definire il vino armonico e inserirlo a tutti gli effetti tra i miei bianchi del cuore.

Io l’ho affiancato a uno spaghetto vongole e bottarga, quasi a voler premiare due territori, la liguria e la sardegna, per aver regalato al mondo intero una nuova veste per questo il vermentino, vitigno di lunga storia e famigerate potenzialità.

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