21 Novembre 2024

Le mie note:

Quando ho la fortuna di degustare certi mostri sacri il mio approccio è duplice, da un lato cerco l’esperienza sensoriale, quella che mi permette di godere di profumi e sapori che inevitabilmente si rilevano sempre unici, dall’altro è come se la mente prenda un sentiero indipendente, spesso addirittura trasversale.

Mentre degustavo la ribolla di Gravner mi sono soffermato sul concetto di talento, cos’è il talento? Cosa rende il talento diverso dalla semplice qualità? Troppo facile avvallare la causa della fortuna, affidarsi alla fortuna non può che essere un banale deterrente. Ho sempre considerato la possibilità che il talento possa essere il giusto trade off tra qualità e intelligenza, tra bravura e capacità di valorizzare tale bravura, tra doti e intelligenza. Mi è capitato diverse volte di sentirmi a disagio rendendomi conto che la maturità raggiunta con l’avanzare dei tempi avrebbe potuto impreziosire anni addietro qualità fugacemente e distrattamente tralasciate al caso.

La ribolla di Gravner è il perfetto esempio di talento. Troppo facile parlare di tecnica, già scritta nero su bianco su 1000 siti e libri e utilizzata a dismisura, sebbene mai con le stesse peculiarità. La realtà è che questo vino è il giusto compromesso tra tecnica, qualità, estro e intelligenza, è un disegno premeditato con il palese obiettivo di portare la ribolla su un’altra dimensione.

Del più prezioso dei gialli ambra, quella che al naso può sembrare una velata ossidazione si trasforma ben presto in un caleidoscopio sensoriale. Una ventata di erbe aromatiche e fiori di campo introduce un bouquet governato da una prugna disidratata e fiori appassiti. L’evoluzione è emozionante, tra la numerosità di percezioni si distinguono le note di nocciola tostata e frutta secca, nette nuances di cera d’api, anice e ancora sfumature sullo sfondo di cacao e tabacco. Solo la voglia di assaggiarlo fa staccare il naso dal calice, catapultando la mente in una realtà fatta di grande morbidezza e al contempo integerrima freschezza, con una poderosa persistenza che riporta alla mente le idee di agrume candito, prugna essiccata e una stuzzichevole nocciola danzante in una leggera percezione tannica decisamente armonica.

Come ogni talento che si rispetti, la ribolla 2012 di Gravner è stata per noi la star della serata!

Degustazione:

Alla vista è giallo ambra, impenetrabile e di grande consistenza.

Al naso esplodono le note di frutta disidratata, su tutte prugna e agrumi, accompagnate da un ampio ventaglio di erbe aromatiche, tra cui salvia e origano, e una stuzzichevole speziatura. Si affiancano poderose le note di nocciola tostata e frutta secca, affiancate a sentori dolci di miele e cera d’api e cenni terziari di caffè, con leggere sfumature di cacao e tabacco.

Al palato è secco, caldo e morbido, con una poco invadente e intrigante trama tannica e con freschezza e sapidità da vendere. Il sorso è intenso, equilibrato, con la persistenza tipica dei grandi nomi e un’armonia indiscutibile. Sicuramente in uno dei suoi momenti migliori, non avrebbe temuto ulteriore attesa.

Perfetto compagno di viaggio di formaggi erborinati e/o mediamente stagionati, di carni in umido e primi mediamente complessi.


DenominazioneVenezia Giulia I.G.T.
CantinaGravner
TipologiaBianco macerato
Annata2012
Vitigno100% Ribolla gialla
Zona di produzioneOslavia, Gorizia
VinificazioneDa uve Ribolla, fermentate con lunga macerazione in anfore georgiane interrate,
con lieviti indigeni e senza controllo della temperatura.
AffinamentoAlcuni mesi in anfore interrate dopo la svinatura e 6 anni in botti grandi di rovere di Slavonia
Tenore alcolico14 %
Prezzo medio100 €
AbbinamentoFormaggi stagionati e/o erborinati, carne in umidi, primi mediamente complessi


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