Alberto longo – Falanghina vs Falanghina
Questo articolo nasce da un’esperienza vissuta questa estate in una fantastica struttura, un’oasi di pace e serenità immersa tra i vigneti di una delle aziende più floride e importanti del comparto vitivinicolo pugliese, parliamo della Masseria Celentano, di proprietà delle cantine Alberto Longo.
Come di consueto i souvenir di questo viaggio non potevano certamente mancare e tra rossi di prim’ordine, sicuramente cavallo di battaglia di questa azienda, rosati, bollicine metodo classico e charmat e bianchi di grande stile, abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta su cosa raccontare.
Fin da subito, però, siamo stati colpiti da due prodotti apparentemente identici, ma in realtà profondamente diversi, i due bianchi da Falanghina 100%, Le Fossette e Il Vascello. E allora perché non lanciare una sfida e divertirci un pò? Che vinca il migliore!
Partiamo dal Le Fossette, ovviamente bianco da Falanghina 100%, con uve raccolte proprio dai vigneti siti presso Masseria Celentano. Peculiarità fondamentale del processo di produzione è la criomacerazione, l’azienda infatti dopo una spremitura soffice dei grappoli, rigorosamente raccolti a mano, avvia un processo di criomacerazione breve seguito da una decantazione a freddo del mosto, con l’obiettivo, pienamente centrato a parer nostro, di estrarre in maniera consona gli aromi primari dalle bucce senza eccedere in pungenze e percezioni sgradevoli causate da un elevato ed errato apporto dei polifenoli. Indubbiamente il vino ne guadagna in piacevolezza e bevibilità. L’aspetto è ammaliante, con un bellissimo giallo paglierino cristallino e una buona consistenza. Prepotentemente all’olfatto risaltano le percezioni fruttate e floreali, prettamente connotate da agrumi, frutti a polpa bianca e fiori di campo. Si percepisce anche un buon erbaceo, una gradevole percezione di erbette di campo e di timo. Al sorso dà il meglio di sè, rivelandosi secco caldo e morbido, ma soprattutto di grande freschezza e sapidità. Corpo coerente con la forma del vino e ottimo equilibrio. Intensità e persistenza semplicemente appaganti.
Passiamo allo sfidante, Il Vascello, sempre Falanghina 100%, ma con quali differenze? E’ presto detto, basti vedere il processo di affinamento. L’enologo ha chiaramente puntato alla struttura ed ha sfruttato l’apporto delle botti grandi, tonneaux in rovere francese, per raggiungere l’obiettivo. Questo vino infatti fa fermentazione ed affinamento in tonneaux francesi a temperatura controllata, per un totale di 6 mesi, con successiva elevazione in vetro. L’aspetto ci fa già pensare a un prodotto più corposo e strutturato, con un giallo paglierino fasciato soavemente da riflessi dorati, grande limpidezza e consistenza ben rappresentata alla rotazione del calice. I profumi agrumati e di fiori di campo del Le Fossette, li ritroviamo qui in una rappresentazione più “matura”, con percezioni chiare di pera, frutta esotica, ma anche un agrume quasi candito e un bouquet di sentori regalati dall’affinamento in legno, come vaniglia e caramello. E’ presente ancora un residuale erbaceo e in retro-olfattiva ritorna imponente la percezione agrumata. Il sorso è corposo e appagante, il vino infatti si rivela secco, caldo e di grande morbidezza. La freschezza è ben presente, sebbene una maggiore sapidità avrebbe sicuramente aiutato la bevibilità. Comunque un bel corpo per questo bianco nostrano e un buon equilibrio, con una lunghezza sorprendente che ben si presta a numerose sfide gastronomiche.
Chi avrà vinto la sfida? Chiudiamo nel più gratificante dei risultati in questo ambito, un pareggio che però rende vincitori noi che abbiamo goduto dell’assaggio. Ad maiora semper!
Le Fossette
Il Vascello