Barolo Mariondino 2011 – Parusso
Le mie note:
Il Barolo fa parte di quella famiglia di vini che, mi piace usare questo eufemismo, “tira avanti la barracca” grazie alla capacità di unire, con la sua notorietà e l’indubbia qualità espressa ad ogni livello, il mondo dei malati come me a quello dei bevitori meno accaniti ma ugualmente goduriosi, passando nel mentre da quelli che fanno i fenomeni senza un minimo di cognizione, ma lì entriamo in un altro ecosistema abbastanza incomprensibile.
“Vino dei re e re dei vini”, il barolo fin dai tempi del Conte Camillo Benso di Cavour raccoglie consensi unanimi indipendentemente dal tipo di palato, di esperienza, di provenienza e di gusto. E’ proprio dalla storia che abbiamo avuto il piacere di recepire un disciplinare di lavorazione giustamente stringente che crea dal nebbiolo, rigorosamente al 100%, un vino unico sebbene dalle mille e più sfaccettature.
Nella mia timida esperienza in questo mondo, la continuità che ho potuto trovare con il barolo credo di non averla mai riscontrata altrove, ad ogni livello, in ogni peculiarità, il Barolo mi portava in paradiso quando prendevo il calice dalla pancia come se fosse un baloon da cognac, e lo fa ancor di più oggi che cerco quotidianamente di scoprire nuove ed interessanti sfide enologiche.
Per me il Barolo è il simbolo dell’austerità aristocratica, del piacere tecnico, dove si percepiscono chiaramente il lavoro e il valore intrinsechi e in cui il godimento non è tarato sulla solita piacioneria, ma va ricercato, appreso, elaborato, quasi coccolato per comprenderne a pieno la grandezza.
Parusso rientra nello standard delle aziende “self-made” che tratto spesso su wineality, forse perchè lo stesso wineality self-made lo è da sempre. Azienda di famiglia nata dalla follia di un lungimirante capostipite primo forgiatore di una realtà ormai tra le più affermate delle langhe. Il lavoro è dei più certosini e rispettosi delle vigne, situate nei preziosi cru di Bussia, Mariondino e Coste di Monforte, in perfetto stile biodinamico, in cui, tra l’altro, microzonazione e sovescio fanno da garanti ad una produzione di assoluta finezza e territorialità.
Il Mariondino è prodotto unicamente da vigne residenti nell’omonimo cru e veste alla perfezione le vesti della denominazione. Alla vista la regalità è drappata di un rosso granato cristallino con un naso che evolve secondo dopo secondo, nasce floreale per virare nell’immediato su tipiche note speziate e raggiungere picchi terziari cioccolatosi e dalle suadenti sferzate balsamiche. In bocca è ipnotizzante, chiudi gli occhi e senti la storia rapirti mentre il sorso rallegra le papille e richiama una successione di calici che vorresti fosse interminabile, ma ahimè 75 cl scappano come la famosa gazzella rincorsa dal leone ogni mattina nella savana (poverina lei o poverino lui? Chissà).
Quasi dimenticavo, gli 11 anni si vedono solo sull’etichetta! E’ perfetto con la selvaggina, ma un tentativo con un pezzo di cioccolato fondente al 60% potrebbe portare alla scoperta di un ottimo, anche se un po’ sui generis, anti-stress.
Degustazione:
Alla vista è limpido, al limite del cristallino per la tipica trasparenza da nebbiolo, colorato di un ammaliante rosso granato e decorato da un’appena percettibile unghia aranciata.
Il bouquet olfattivo è didascalicamente ampio, di grande finezza e intensità. Come tradizione vuole l’impeto iniziale è floreale, con la viola mammola sugli scudi, completato da una percezione fruttata interamente dedicata ai frutti rossi. La speziatura dolce, con nuances di liquirizia e cannella, evolve verso note terrose, di humus e velatamente vanigliate. Sventolano allegri i sentori balsamici, mentolati che sullo sfondo ricordano anche una lieve mineralità, con cenni di grafite.
Il sorso è caldo, di spiccata sapidità, con un tannino di sublime eleganza che si impone con vigore, ma senza aggressività, quasi a rimarcare l’importanza e l’autorità di chi è appellato come il re dei vini. Lunga la persistenza va a braccetto con un perfetto equilibrio, per un sorso di corpo robusto e invitante armonia.
Stato evolutivo appena maturo, longevità da oscar.
Denominazione | Barolo DOCG |
Cantina | Parusso |
Tipologia | Rosso |
Annata | 2011 |
Vitigno | 100% Nebbiolo |
Zona di produzione | Castiglione Falletto |
Vinificazione | Dopo una pigiatura soffice l’uva svolge una lunga macerazione. La fermentazione alcolica avviene spontaneamente con lieviti indigeni senza l’uso di solfiti, con un accurato controllo dei tempi di macerazione e della temperatura. |
Affinamento | In piccole botti di rovere per minimo 18 mesi a contatto con i suoi lieviti indigeni. Poi in bottiglia a temperatura controllata di 15°C. |
Gradazione | 15,00 % |
Prezzo medio | 65 € |
Abbinamento | Arrosti di carne rossa, selvaggina, cibi tartufati e formaggi stagionati. |