Bellavista – Teatro alla scala 2010
Ancora una volta siamo nel Bresciano, ancora una volta ci affacciamo nel fantastico mondo del Franciacorta, e bussiamo alla porta di una vera e propria istituzione per questo territorio: la cantina Bellavista.
La cantina è nata nel 1977 per volontà dell’imprenditore Vittorio Moretti, che decise in quell’anno di trasformare in azienda una piccola attività vitivinicola fondata su alcuni ettari di proprietà di famiglia. Il nome della cantina deriva dall’ubicazione dei terreni, per l’appunto, presso la collina Bellavista, denominata così per lo splendido panorama che si può ammirare da questa privilegiata location.
La parola d’ordine è qualità, l’azienda infatti mira a conservare le caratteristiche tipologiche di ogni annata, mantenendo uno standard qualitativo elevato ed utilizzando tecniche e lavorazioni naturali. Si passa dalla pressa tradizionale, atta a garantire una delicata spremitura delle uve e un particolare frazionamento dei mosti, fino al remuage manuale svolto da chi ha fatto del metodo classico la propria filosofia di vita.
Il vino in degustazione fa parte della collezione Teatro alla Scala, una collezione composta unicamente da millesimati brut e dedicata alla prima della scala che si svolge ogni anno il 7 dicembre. Questo “millesimo”, composto al 75% da Chardonnay e al 25% da Pinot Nero, si distingue dai tradizionali brut Bellavista non solo per la qualità delle uve utilizzate, opportunamente selezionate da sole vigne di alta collina con età media superiore ai 25 anni, ma anche perché oltre il 30% dei vini che compongono la cuvée fermenta e si eleva in piccole botti di rovere per almeno 7 mesi, con un affinamento totale di almeno 5 anni a partire dalla vendemmia, così da ottenere una struttura unica e una longevità che sembra rappresentare alla perfezione l’importanza storica di un evento memorabile come una prima della scala.
All’aspetto la brillantezza è quasi accecante, con un giallo paglierino con riflessi dorati, regale, e un perlage finissimo, numeroso e decisamente persistente.
Al naso sprigiona tutta la sua importanza, con una decisa intensità, oltre che notevole complessità e qualità fine. Si percepisce distintamente un frutto maturo, che ricorda la banana o una pera matura, ma anche un agrume caramellato, accompagnato da un bouquet profumatissimo di fiori gialli, biancospino su tutti. Seguono le note tipiche dell`affinamento e dell`importante componente composta da chardonnay, in particolare vaniglia, piccola pasticceria e crosta di pane.
Al gusto è secco, caldo e di buona morbidezza. L’apporto del pinot dona grande freschezza, nonostante gli anni, e piacevole sapidità. Il tutto è arricchito da una cremosità suadente e porta ad un equilibrio davvero notevole. Il corpo è pieno, ben presente e intensità e persistenza rivelano una lunghezza degna di nota. Siamo di fronte ad un vino maturo, che è al massimo livello armonico per i suoi canoni.
Come sempre vini di questo tipo si prestano a svariati abbinamenti, noi ci siamo divertiti ad accompagnarlo ad un risotto affumicato al thè, con gamberi rossi, pomodori confit e tartufo scorzone di stagione, un bel matrimonio tra un piatto sicuramente strutturato e aromatico, caratterizzato altresì da tendenza dolce e grassezza, con un vino persistente, fresco e di bella struttura.
Come di consueto riportiamo una sintesi della degustazione nella scheda seguente:
Con quanto riportato otteniamo un bel 90/100 per questo Franciacorta, degno dell’importanza dell’evento a cui è collegato.