Cloudy Bay 2004 – Chardonnay
Una delle cose che più mi piace fare è scoprire quanto piacere alcuni vini possano regalare a distanza di anni, andandoli a ripescare dal dimenticatoio della cantina, magari cercando di percepire le differenze rispetto a un’assaggio della loro “versione più giovane”. Se poi il risultato non è un fallimento, il che ovviamente è tutt’altro che scontato, la goduria è doppia e si entra in un limbo di piacere e soddisfazione da cui non si vorrebbe mai uscire.
La longevità e la struttura dei bianchi neozelandesi non la scopriamo certo oggi, ma aprire una bottiglia di 14 anni e godere di un bouquet tutt’altro che in fin di vita non è cosa da tutti i giorni.
Il vino in degustazione, un fantastico chardonnay della Cantina Cloudy Bay datato 2004, è prodotto nella zona di Marlborough, la terra promessa del’enografia neozelandese, dove ovviamente è imprescindibile un passaggio medio-lungo, per la tipologia, in barrique francesce, in gran parte di nuova fattura, finalizzato a dare un’impronta secca e precisa al prodotto finale.
Già alla vista sembra annunciare la propria forza, con un dorato pieno, cristallino e una consistenza tutt’altro che trascurabile.
L’olfatto è perfettamente integro, risuonano insistenti le note terziarie, vanigliate e burrose con una sfumatura fumè elegante e di grande impatto. E’ ancora ben percepibile un frutto maturo, con note di banana e frutta tropicale e sullo sfondo un agrumato fresco che riporta alla memoria la bevuta del figlio più piccolo della stessa mamma.
Non manca qualche delicata nota erbacea e un accenno minerale a chiudere questo profilo di grande complessità e di ottima finezza, nonostante ben 14 primavere sulle spalle.
Il gusto non tradisce le aspettative, chiaramente c’è un leggero sbilanciamento sulle morbidezze, ma la freschezza non stenta a presentarsi, accompagnata da una buona sapidità che equilibra un sorso decisamente caldo.
La persistenza gusto-olfattiva è interminabile per un vino sicuramente maturo, ma ancora sugli scudi. L’equilibrio non sarà più quello dei tempi migliori, ma l’armonia è piacevole ed in bocca rimangono vive tutte le peculiarità di uno stile, quello neozelandese, che fa dell’opulenza una delle sue maggiori virtù.
Lo abbiamo accostato a un pollo alle mandorle per un incontro internazionale che ci ha resi felici.
Chi lo ha detto che non si può viaggiare? Ad majora amici miei!