Contessa Staffa 2020 – Antica Enotria
L’estate in Puglia, oltre a essere momento di allegria e convivialità e a sfornare giornate lunghe e soleggiate, mari limpidi e cristallini porta con sé un fascino incredibile, frutto di colori, sapori, odori, arte e musica, tavolate lunghissime e notti infine. Probabilmente è questo connubio di sensazioni ed emozioni che ha fornito terreno fertile a un’empatia unica nel suo genere del mondo eno-gastronomico per i vini rosati pugliesi, quantomeno questa è la motivazione romantica che più ci aggrada.
In realtà, tolta la componente empatica, c’è ben altro dietro la meritata esplosione di questi vini, c’è la componente pedo climatica ideale per lo sviluppo dei vitigni principali alla base della categoria, c’è il lavoro passionale ed estenuante dei produttori, c’è anche la giovialità dei miei corregionali e non dimentichiamo la tradizione, che vede il rosè pugliese apprezzato nel Salento dalle famiglie contadine e dalla borghesia rurale, poiché delicato e adatto a palati raffinati, tanto da essere considerato il vino dell’accoglienza e servito all’ospite di riguardo.
Tutto il fascino della storia e del territorio lo ritroviamo nel calice di Contessa Staffa, a dir poco ammaliante alla vista e sorprendente in ogni peculiarità.
Il nome è in onore della masseria che ospita la cantina Antica Enotria, masseria Contessa Staffa per l’appunto, un nobile stabile risalente al 1700 dove l’azienda produce da generazioni, oltre al vino di qualità, anche delle ottime conserve, il tutto secondo i dettami dell’agricoltura biologica.
Il Contessa Staffa è un Nero di Troia rosato in purezza, coltivato nell’agro cerignolano dalla sapienti mani della famiglia Di Tuccio. Dopo una macerazione sulle bucce di 6 ore circa, il mosto viene illimpidito a freddo e fatto fermentare a 16° in silos di acciaio.
L’aspetto ipnotico lo rende fascinoso come pochi, con un colore rosa che sfiora il chiaretto e sfumature corallo da cui è difficile davvero staccare lo sguardo. La brillantezza è clamorosamente accecante e la consistenza si fa portavoce di una complessità che presto si palesa al palato.
L’olfatto, intenso e fine, è dominato dal frutto fragrante, fresco, caratterizzato da note di melograno, di fragolina e piccoli frutti rossi, che sullo sfondo offrono addirittura sensazioni di maturità e dolcezza. Il corredo aromatico è completato da una nota leggermente erbacea fine ed elegante.
Il sorso è secco, piacevolmente caldo e morbido. La freschezza domina e verticalizza la bevuta, con un’esplosione sapida che completa la percezione. Di notevole lunghezza e intensità, presenta un corpo di gran rilievo per la categoria e un invidiabile equilibrio. Qualità indiscutibilmente fine e armonia in linea con il complesso.
La freschezza e la complessità donano una versatilità di abbinamento non comune, noi ad esempio lo abbiamo bevuto con delle ottime pinse romane di non banale struttura e possiamo confermare che non ha mai temuto il confronto.