Masciarelli – Villa Gemma
Conoscete già quali sono i vitigni più coltivati d’Italia? Comanda sua maestà il sangiovese, ma segue a ruota, sulla piazza d’onore, proprio lui, il Montepulciano, con circa 35.000 ettari coltivati. La sua coltivazione è ormai diffusa in tutta italia, ma storicamente la zona maggiormente vocata è tra le Marche e l’Abruzzo, dove si ottengono ottimi risultati.
Tra i migliori esemplari, troviamo il vino in degustazione, il Montepulciano DOC Riserva Villa Gemma della Cantina Masciarelli.
L’azienda della famiglia Masciarelli rappresenta da decenni la cantina simbolo dell’Abruzzo, rendendosi portabandiera della viticoltura abruzzese moderna, grazie alle intuizioni e alla passione del fondatore Gianni Masciarelli, figura simbolo del panorama enologico italiano.
Cuore pulsante della cantina è San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, a cui si aggiungono vigneti e uliveti di proprietà in tutte le 4 province abruzzesi. Villa Gemma è una delle cinque linee di prodotto dell’azienda e rappresenta la prima vigna, oltre a essere oggi il suo cru di punta. I vigneti sono esposti ad est, 14 ettari in totale, e sono coltivati ad altissima densità, così da ottenere una bassa resa, su suoli di natura argillo-calcarea. La vinificazione avviene in botti di rovere, con macerazione di 20-30 giorni e invecchiamento di 36 mesi, di cui circa 18-24 in barriques nuove di rovere, seguiti da un ulteriore affinamento in bottiglia di 2/3 anni.
In degustazione abbiamo l’annata 2003, ben 17 anni sul groppone, con l’obiettivo preciso di sfidare il tempo e capire davvero le potenzialità di questo vino. Sfida accettata e scommessa vinta, incredibile freschezza, perfetta eleganza e totale assenza di ossidazioni e segni di vecchiaia. Insomma un vero piacere, ma studiamolo nei dettagli.
Alla vista il vino è limpido, di un fantastico rosso rubino carico con un unghia granata e di evidente consistenza, si arrampica al bicchiere con forza e al tempo stesso simmetria, creando archetti stretti e lenti.
L’olfatto rivela la stoffa di questo vino, disegnandolo intenso, ampio e di straordinaria finezza. Nonostante l’età a primo acchito si percepisce un frutto perfettamente integro, con un tipico sentore di confettura di ciliegie e frutti rossi, di ribes e more su tutti. Immediatamente seguono eleganti e composti i sentori terziari perfettamente integrati nel bouquet, con nuances di vaniglia, tabacco, cuoio e cacao amaro e con una chiusura eterea e delicatamente balsamica, si possono distinguere nettamente sentori di eucalipto.
Il sorso è pieno, importante, nobile e di grande potenza. Si rivela secco, caldo e di bella morbidezza. Intatta e piacevole è la freschezza, il tannino è perfettamente levigato e viaggia a braccetto con una stuzzichevole sapidità.
Il vino è decisamente robusto, equilibrato, intenso e di grande persistenza. Questo montepulciano è nel pieno della maturità, il momento è ideale per il consumo, nonostante la conta degli anni sia considerevole. Armonia a livelli decisamente alti.
Lo abbiamo abbinato con un cosciotto di tacchino cotto al barbecue a bassa temperatura, con un rub intenso di spezie che ne rendevano la crosta caramellata e aromatica. L’alcolicità e tannicità del vino hanno contrastato a dovere la succulenza intrinseca della carne, mentre l’aromaticità del rub è stata accompagnata a lungo dalla persistenza del vino.
Come di consueto riportiamo una scheda sintetica della degustazione:
Con questi parametri otteniamo un bel 96/100 per questo vino che è stata davvero una fortuna poter assaggiare!