Sabbiagialla – San Biagio Vecchio
Le mie note:
L’albana l’ho bevuta in tantissime versioni, alcune mi hanno fatto impazzire, altre un po’ meno, ma la grande versatilità e l’indiscutibile personalità l’hanno reso uno devi vitigni che più mi incuriosisce e mi incoraggia all’approfondimento (chiamiamolo così 😛 ).
Senza paura di incorrere in esagerazioni, credo che quella in degustazione sia la migliore espressione di albana da me assaggiata finora, perfettamente equilibrata, domata ma non impoverita, anzi oserei dire esaltata da una lavorazione minuziosa e ricercata, chiaramente finalizzata ad evidenziare le peculiarità del vitigno.
Domare l’albana non è cosa semplice, infatti, per conformazione e natura, in questo vitigno la maturazione non è regolare e prevedibile, ma avviene in tempi differenti anche sulla stessa pianta, richiedendo una minuziosa e attenta analisi per ogni fase di vinificazione. Nell’annata 2020 la vendemmia è stata svolta in quattro fasi, proprio per rispettare i criteri ottimali di maturazione, fino ad arrivare all’ultima partita che ha annoverato addirittura il contributo della muffa nobile.
Il risultato è entusiasmante, un bouquet di straordinaria complessità anticipa un sorso di grande morbidezza e perfetta freschezza, con note sapide decisamente intense che riportano alla mente le famose bolle di sabbia dorata, che, intercalate ad argille calcaree e argille rosse, caratterizzano il suolo e danno il nome a questo vino. A tavola ha destato grande stupore per potenza, persistenza e per il gran bel corpo, con la percezione netta dei contributi di ogni partita vinificata, dalle note più verticali e sapide delle prima maturazione, alla morbidezza sontuosa data dai grappoli che hanno lasciato per ultimo la pianta, quasi in fase di appassimento. La breve macerazione sulle bucce garantisce un ricco ed elegante corredo aromatico che rimane a lungo impresso nella memoria.
Grande sorpresa per una grande bevuta, che ha esaltato una cena tutta marinara dalle mille consistenze e da sapori intensi e corposi.
Degustazione:
L’abito è drappeggiato d’oro, prezioso e di grande luminosità, con un’ottima consistenza.
L’olfatto rapisce i sensi e traspone il pensiero agli inebrianti profumi di un agrumeto in piena maturazione, con prevalenti note di pompelmo e bergamotto. Raffinate ma intense le note erbacee di aneto e fieno appena tagliato, con una delicata speziatura e una freschissima percezione di salvia. Alla roteazione del calice l’olfatto evolve verso un frutto più maturo, che ricorda la banana e la frutta tropicale, e verso intriganti note affumicate e mielose, mai eccessive.
Il sorso è pieno, deciso, potente, secco e caldo, con una morbidezza straordinaria e una freschezza altrettanto imponente. La sapidità è ben presente e raffigura alla perfezione l’apporto della terra sabbiosa, insieme ad una persistenza elevata e un’intensità notevole. L’equilibrio è ottimo e il risultato è perfettamente armonico.
Da sogno con una focaccia ripiena di salmone, rapa rossa e scamorza.
Denominazione | Ravenna IGT |
Cantina | San Biagio Vecchio |
Tipologia | Bianco Fermo |
Annata | 2020 |
Vitigno | 100% Albana |
Zona di produzione | San Biagio Vecchio e Podere Terbato Faenza (RA) |
Vinificazione | Vendemmia manuale in cassetta, con accurata selezione dei grappoli. Vengono effettuati ripetuti passaggi per assecondare la lenta e graduale maturazione dei grappoli in tutti i vigneti. Nella vendemmia 2020 sono state effettuate 4 distinte raccolte. L’ultima raccolta era attaccata da Muffa Nobile e proviene da una vigna di Albana del podere Terbato in un fondovalle sotto la Torre di Oriolo con esposizione a nord. Viene effettuata una macerazione del mosto sulle proprie bucce per 1 giorno. |
Affinamento | 6 mesi in acciaio |
Gradazione | 13,50 % |
Prezzo medio | 15 € |
Abbinamento | Primi di mare di media complessità, salumi e formaggi mediamente stagionati, carni bianche in umido. |