25 Novembre 2024

Cos’è l’estate? Nel tentativo di rispondere provo a cogliere ciò che ritengo il meglio, ossia la spensieratezza, le risate, tante risate, le notti calde, i cieli stellati, e soprattutto le tavolate lunghe con la gente del cuore, i ritrovi, le scoperte…

Il vino in degustazione, un gradevolissimo rosé da bombino nero, fresco e versatile come il costume e le infradito a bordo piscina la notte di ferragosto, mi porta alla mente ogni singola caratteristica che mi fa amare l’estate, allietando anche l’afa e il caos, che in realtà altro non fanno che farci chiamare l’inverno come una salvezza (come sempre gli eccessi sono la chiave di ogni stile di vita).

Entriamo nel dettaglio di uno dei vini più didattici e precisi che abbia mai bevuto, e non lo sottolineo in senso spregiativo, ma assolutamente premiante. Non per niente evito se posso di cercare l’impossibile nei vini, essendo fortemente convinto che le peculiarità distintive esistano eccome e se vengono meno è molto più probabile che siano segnale di un difetto, che di un pregio di dubbia provenienza.

La cantina Tre Pini, con sede a Cassano delle Murge, poco lontano da Bari, è una piccola azienda che fonda le proprie origini nelle antiche tradizioni contadine della famiglia Plantamura, già promulgatrice della cultura murgiana con i suoi favolosi agriturismi nati dalle stalle della vecchia masseria.

Tutta la produzione è incentrata sul rispetto della natura, con un ciclo produttivo 100% ecosostenibile interamente basato sui dettami dell’agricoltura biologica e sull’utilizzo di fonti rinnovabili.

Ventifile, nome evocativo che allude chiaramente alla limitata produzione, è un affascinante rosé da bombino nero in purezza, coltivato a 450 metri sul livello del mare, nell’agro di Cassano delle Murge, Parco nazionale dell’Alta Murgia, su un suolo mediamente roccioso esposto a sud est. L’affinamento è svolto interamente in acciaio per soli tre mesi, per poi evolvere ulteriori tre mesi in bottiglia prima dell’immissione sul mercato.

Il colore è un delicatissimo corallo, corredato da media consistenza e da una luminosità cristallina.

All’olfatto predomina il fruttato, repetita iuvant, didattico e di incredibile precisione, con sentori di melograno, ribes e percezioni agrumate delicate di pompelmo rosa. Ad accompagnarle ritroviamo le note floreali di geranio e rosa canina ed un appena percettibile sfondo erbaceo.

Il sorso è rapito in toto dalla freschezza e dalla sapidità, che regalano grande bevibilità, con la componente pseudo-calorica equilibrata e ben misurata. Inutile cercare complessità in questo vino che nasce per esaltare le caratteristiche semplici, ben integrate e caratterizzate da una piacevole persistenza e intensità. Notevole la versatilità nell’abbinamento, con un bouquet senza sbavature ed eccessi di sorta che permette l’accostamento con ogni portata tipica della quotidianità pugliese.
La finezza è ineccepibile e il risultato è a parer mio ottimo, lo ritengo un compagno perfetto per un estate calda all’insegna della convivialità e della tradizione.

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