Verbo – Cantina di Venosa
Come promesso, abbiamo scomodato un vino re del sud italia, il mitico aglianico del vulture, per una degustazione che ci ha sinceramente emozionato. Qualche giorno fa abbiamo dedicato un approfondimento a questo fantastico vino, che potrete ritrovare e rileggere qui. Il vino in degustazione è il Verbo, Aglianico del vulture DOP di Cantina di Venosa, una delle più rinomate cantine del sud Italia. Si tratta di una cantina sociale, di circa 350 soci, la maggior parte dei quali con terre nel comune di Venosa, faro per la produzione dell’aglianico in Basilicata e città di innumerevole valore storico, famosa per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco poeta del Carpe Diem e al Madrigalista Carlo Gesualdo Principe di Venosa.
Gli impianti di cui dispone la cantina sono all’avanguardia, ma tecnica, amore e cura sono quelli della tradizione. L’attenta gestione dei soci nelle operazioni di vendemmia, la selezione delle uve migliori, l’attenzione nelle fasi di macerazione e fermentazione, la meticolosità nelle fasi di affinamento, in cui l’Aglianico viene trasferito in carati di rovere francesi e Slavonia, fanno si che si ottiene la qualità superiore per cui eccelle.
Abbiamo degustato questo vino nella sua annata di produzione più recente, la 2018, per la quale la cantina ha fatto incetta di riconoscimenti a livello internazionale, tra cui citiamo la medaglia d’oro della Berliner Wein Trophy e un’ottima valutazione di 96/100 da parte del noto giornalista eno-gastronomico Luca Maroni.
Alla vista il vino ha un fascino estremo, limpido, di un perfetto color rubino che riporta alla memoria la foto di una preziosa pietra come natura l’ha fatta, e di ottima consistenza, alla roteazione del calice risponde con eleganza e discrezione.
L’olfatto racconta un vino intenso e di ottima complessità, corredato da una finezza eccellente per questa tipologia di vino. L’ingresso è prettamente fruttato, potente è il sentore di frutti rossi e di marasca, subito seguito da un delicato floreale caratterizzato da una rosa appasita. Avanzano con il tempo i sentori terziari, rappresentati in toto da tabacco da sigaro e sfumature di cacao, di caramello mou perfettamente equilibrati da un freschissimo balsamico dato da un evidente percezione di eucalipto e di pepe rosa.
Il gusto invece scopre l’incredibile modernità di questo vino. Il sorso infatti si rivela decisamente secco, caldo e morbido, ma stupisce l’incredibile equilibrio tra freschezza, tannini perfettamente setosi e una accentuata e succulenta sapidità. E’ appassionante constatare come l’austerità tipica dell’aglianico data dalla forte alcolicità e dal tannino accentuato è perfettamente domata grazie al curato affinamento studiato dall’enologo nelle piccole barrique di rovere. Il vino è intenso, di buona persistenza e di finezza adeguata. Ottimo corpo e buona armonia.
Il rapporto qualità prezzo ha dell’incredibile, per questo vino che può ravvivare la quotidianetà a volte troppo monotona per essere goduta.