Yarden – Sauvignon Blanc
In questo Natale, così particolare e strano, vogliamo farvi gli auguri con un vino quanto mai caratteristico, oltre che affascinante per provenienza e qualità. Siamo in Istraele, in Galilea di preciso.
Pochi sanno che Israele è stato la culla e il luogo di diffusione per la coltivazione della vite, ben 2000 anni prima che la cultura del vino arrivasse e si diffondesse in Europa. In realtà si possono reperire tracce bibliche sulla viticoltura già nel 3000 a.c., con una serie di suggerimenti necessari a compiere la coltivazione di una vigna. Israele ha sempre identificato la vigna come proprietà di Dio, il Messia infatti viene paragonato alla vigna e nell’Islam, sebbene il vino sia proibito sulla terra, è permesso in cielo.
La nascita della Golan Heights Winery, risalente al 1982, ha segnato una vera e propria rivoluzione per la viticoltura israeliana, con un nuova vision mirata all’offerta di un vino di qualità, a prezzi accessibili, di ispirazione californiana. Importante è stato l’apporto fornito da un professore di enologia della California University, Cornelius Ough, che giungendo in Terra Santa indicò il territorio del Golan Hights come il più vocato per clima, altura e posizione. Per quanto piccolo sia il comparto del vino israeliano, presenta una notevole variabilità di zone e climi, con alcune macro aree come la Galilea, la Samaria, il Samson, le Colline della Giudea e il deserto del Negev, ciascuna con microclimi molto variabili. Si passa dal mare alle montagne, con incursioni tra valli e deserto.
Da subito Golan Heights Winery si è distinta per la produzione di vini kosher (ossia adatti al consumo da parte di persone di religione ebraica in quanto rispettanti i precisi precetti indicati dalla Torah) di grande pregio, prodotti per lo più su terreni vulcanici, fortemente legati alla tradizione: i loro marchi Yarden, Gamla, Golan ed Hermon hanno etichette raffiguranti la lampada ad olio simbolo dell’antico stato di Israele. YARDEN è l’azienda porta bandiera del gruppo: il suo nome trae origine dalla traduzione ebraica del fiume Giordano. Il primo vino prodotto è stato, nel 1984, il Sauvignon Blanc.
Il Sauvignon Blanc di Yarden è tuttora prodotto nella zona nord delle Alture del Golan, caratterizzata da suoli vulcanici, a un’altitudine compresa tra i 400 e i 1200 metri sopra il livello del mare, in cui la selezione delle uve è molto attenta e proviene da 28 vigneti dislocati su 600 ettari controllati.
Il fascino di una storia così importante è riportata integralmente nel calice.
Alla vista il vino si presente cristallino, giallo paglierino, con leggeri riflessi dorati e di buona consistenza.
L’ olfatto si contraddistingue per finezza ed eleganza, dal calice giungono immediati i sentori erbacei di peperone, tipici del vitigno, che si lasciano accompagnare da percezioni fruttate di mela verde e di agrumi, con un ritorno appagante di frutta tropicale. Alla distanza vengono fuori decisi i sentori minerali, con un’elegante fragranza di pietra focaia e una piacevole speziatura.
Il sorso è pieno e deciso. Secco, caldo e morbido, con un adeguata freschezza e una prorompente sapidità. Buon corpo, ma degni di nota sono soprattutto intensità e persistenza. Questo vino vanta un bel equilibrio e possiamo ritenerlo pronto, con un bel divenire dinanzi a sè. Armonia adeguata al target di prodotto. Sul finale ritornanto imponenti i sentori agrumati di pompelmo e lime, a conferma di quanto già rilevato al naso.
Lo abbiamo abbinato con degli gnocchi di seppia su crema di zucca, la freschezza e la sapidità hanno ben domato la tendenza dolce della zucca e del pesce, mentre l’aromaticità degli gnocchi legata alla cottura si è sposata alla perfezione con la persistenza gusto-olfattiva di questo sauvignon.
Di seguito la scheda sintetica della degustazione:
La valutazione del punteggio secondo la metodologia AIS ci porta a un punteggio di 87/100, coerente con un prodotto tanto fascinoso quanto piacevole per i nostri pranzi delle feste.