Zidarich – Malvasia istriana 2017
Ci sono territori che influenzano il vino in maniera incredibile, sono fattore determinante per la buona riuscita di un vino più di qualsiasi altra cosa. Uno di questi è sicuramente il Carso, altopiano roccioso tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia. Le parole di Benjamin Zidarich trasmettono tutto il fascino di questo territorio e la passione per il lavoro quotidiano svolto dall’azienda Zidarich: “Il carso è la mia terra, rappresenta il mio modo di essere e di pensare. Il Carso è vita e lavoro. Credo nella tradizione e vocazione della mia terra, produco vini in modo naturale, secondo il concetto dei vini veri”.
Questo assaggio è stato veramente affascinante, ci ha letteralmente catapultato nel mondo Zidarich e ci ha regalato una perfetta raffigurazione del rapporto idilliaco tra la cantina e il territorio, regalandoci un prodotto degno del grande lavoro di Benjamin e della sua squadra. Il suolo del carso, tanto ostile quanto ricco, è tipicamente calcareo e gessoso, con l’acqua che filtra arricchendosi di anidride carbonica e scava nel sottosuolo grotte, pozzi e gallerie. La terra è poca, arida e rossa, tanto che spesso gli agricoltori sono costretti ad attingerla dalle doline. Importanti ai fini della qualità sono gli apporti della bora e del vicino mare, che regalano forti escursioni termiche, fissanti indispensabili per la finezza e l’eleganza dei vini, e impediscono la formazione delle muffe.
Il vino in degustazione è la malvasia istriana della succitata cantina, composto, per l’appunto, al 100% da malvasia istriana, vitigno autoctono del territorio e unica malvasia non aromatica. La filosofia produttiva della cantina Zidarich è totalmente incentrata sul massimo rispetto dell’ambiente, riducendo al minimo l’intervento umano, così da esaltare le caratteristiche organolettiche del vitigno e l’importante influenza del fattore pedoclimatico. Le uve arrivate in cantina vengono diraspate, fermentate e macerate sulle bucce in tini aperti con più follature giornaliere e nessun controllo della temperatura. La malolattica si svolge in botti grandi di rovere e l’affinamento avviene in botti medio-grandi per 24 mesi. Non sono previste chiarifiche, filtrazioni e nessun utilizzo di lieviti selezionati. Sembra quasi una vinificazione in rosso per questo vino, con un lavorazione che unisce tecnica e natura con il fine unico di preservare ed esaltare le caratteristiche organolettiche del vitigno.
Alla vista il vino è limpido, con qualche particella in sospensione, di un dorato pieno privo di qualsiasi sfumatura, e di notevole consistenza, coerente con la percentuale di alcol pari a 13,5%.
L’olfatto è impressionante, intenso , ampio e fine. Le prime percezioni sono tutte riservate al frutto, una polpa bianca matura, una mela, un accenno di frutta esotica e una fragranza agrumata, con i sentori di lime che avanzano spediti. Con il tempo si distinguono nettamente dei sentori di erbe aromatiche e salvia, un floreale delicato ed elagante, con un bel bouquet di fiori di campo, e dei sentori terziari, con percezioni ben distinguibili di vaniglia e miele. In ultimo si percepisce un minerale piacevole e fresco, con l’idrocarburo che si fa spazio con eleganza, regalo evidente di un terreno così caratterizzante. Davvero tanto naso per questo vino, che ci tiene letteralmente attaccati al calice.
Al gusto è secco, palesemente caldo e morbido. La buona freschezza e la sapidità rendono scorrevole la beva, nonostante cotanta complessità. Bel corpo, ottimo equilibrio, ma notevoli sono intensità e persistenza, per questo vino che si rivela lunghissimo al palato. Il vino è sicuramente pronto, ma può ancora affrontare parecchi anni in bottiglia senza timore di resa.
Con cosa lo abbiniamo? Abbiamo l’imbarazzo della scelta! Abbiamo deciso di provarci con un merluzzo cotto a vapore, su crema di prezzemolo e un’abbondante spolverata di tartufo. Niente male, persistenza gusto olfattiva che ben si accosta all’aromaticità e persistenza del piatto e una struttura che è decisamente all’altezza.
Riportiamo di seguito una scheda riassuntiva sulla degustazione:
Ci vien fuori un bel 92/100, meritatissimo per un gran bel vino frutto di tanto impegno e tanta passione.